venerdì 19 maggio 2006

Dischi - L'Ultimo Bivio (Martino De Cesare)

L’idea è raffinata, farcita di atmosfere, ben curata. E il suo ideatore è ormai pienamente inserito nel panorama musicale di qualità. Martino De Cesare da Crispiano, già da un po’ strettissimo collaboratore di Eugenio Bennato, ha presentato anche in Puglia (più precisamente, al Teatro Verdi di Martina) il suo ultimo lavoro, L’Ultimo Bivio… Tra Sogno e Realtà, un disco edito da Rai Trade e Mad Management che segue il percorso dell'omonimo libro (di Rosaura Di Giuseppe) che lo accompagna.
Il cd e il libro nascono da una visione onirica dello stesso Martino De Cesare: un sogno viene trascritto di botto su un foglio il mattino dopo e riposto poi in un cassetto per quasi vent’anni. Più tardi, quel sogno diviene soggetto per il libro e anche sceneggiatura per la realizzazione di un film. Il protagonista del romanzo è Dave, musicista per passione, accattone per mestiere, un ragazzo che inizia la sua carriera nella Taverna di Elektra, ma che si vede costretto a mendicare ancora per poter sopravvivere. La storia, pubblicata da Lupo Editore, parla di un uomo riservato, schietto e sincero, un personaggio misterioso che vive l’avventura della sua vita tra avversità, sventure, dolori, fughe, bisogno d’amore e grandi e piccole fortune. Il racconto scorre leggero e veloce, come una pellicola, in cui le verità di un sogno possono essere delle comode maschere che proteggono dall’assenza e dal bisogno d’amore. Il disco, invece, è composto da dieci tracce in cui canzoni, suoni e melodie, spesso registrate in acustico, fondono le sonorità della chitarra tradizionale con il riff folk e il nu-jazz.. Un lavoro per il quale, racconta Martino De Cesare, «è indispensabile lasciarsi cullare dalle immagini, dalle atmosfere e abbandonarsi al tempo di una melodia», consapevoli del fatto che «la vita diventa più leggera con un po’ di fantasia». Al fianco di Martino De Cesare si sviluppa l’apporto del già citato Eugenio Bennato (è la voce de "La Canzone di Iuzzella", scritta dallo stesso autore partenopeo), di Pietra Montecorvino (voce nella traccia "Jac") e di Edoardo Bennato (autore di "Se Non Ci Fosse Lei"), ma anche quello di Tonio Rugolo (chitarrista di estrazione classica) e Daniele Brenca (al basso). Senza dimenticare la funzione armonica sviscerata durante il live di maggio dal Quartetto d’Archi Flegreo (tre violini e un violoncello). Concerto nel quale, inoltre, si sono alternati diversi interventi di Ivan Raganato, dove l’attore ha proposto alcuni adattamenti teatrali tratti dal romanzo.

L'Ultimo Bivio - Tra Sogno e Realtà (Rai Trade, 2006)

Martino De Cesare

(pubblicato dal mensile "Pigreco")

domenica 14 maggio 2006

Dischi - Le quattro linee di Fo(u)r

Musicisti per passione. E per professione. Dotati di idee imprenditoriali: segni particolari che non fanno male. E, quindi, all’occorrenza, produttori. Di se stessi, ma non solo. Dopo averci pensato per mesi interi. Guido Di Leone, chitarrista barese, il trombettista fasanese Mino Lacirignola e Larry Franco, vocalist e pianista tarantino, suonano ovunque e hanno inciso tanto. Passando spesso attraverso le maglie strette delle case discografiche e della distribuzione: ritrovandosi a spendere cifre che possono diventare ragguardevoli, senza ottenere il riscontro atteso. «E allora – dice Guido Di Leone – abbiamo deciso di unire le forze e di fondare un’etichetta, la Fo(u)r. Cioè, i dischi li registriamo, li produciamo e li distribuiamo noi, scavalcando le case discografiche che così poco hanno dato al jazz e, più in particolare, alla musica di casa nostra. Basta sapersi organizzare e avere un po’ di tempo. Proprio per questo, abbiamo coinvolto Tonio Del Vecchio, un amico che è poi il grafico di tutti i nostri precedenti lavori. E’ il quarto fondatore dell’etichetta, non è un musicista, ma sa muoversi benissimo, in questo ambito. E così facciamo tutto in casa, recandoci in Calabria per approntare materialmente il disco. Utilizziamo lo studio di registrazione del Pentagramma di Bari, ma possiamo appoggiarci anche altrove. Dove l’autore del disco vuole, per intenderci. E sì, perché l’etichetta non è aperta ai soli fondatori, ma a tutti».
L’idea è quella di promuovere qualsiasi tipo di lavoro che possa suscitare interesse, senza limitazioni dettate dal prestigio del nome del musicista che vuole promuoversi con un cd. «Ma, soprattutto – continua Guido Di Leone – la Fo(u)r vuole seguire il prodotto dopo la sua realizzazione in studio. Curandone particolarmente la distribuzione e la pubblicizzazione. Non siamo sognatori, ma possiediamo buone intenzioni. Perciò, abbiamo già intavolato un discorso concreto con la Feltrinelli e con altri soggetti che hanno mostrato di gradire l’iniziativa».
La Fo(u)r prevede quattro binari musicali. Il primo è riservato al classic jazz, il secondo al contemporary jazz, il terzo a quelle sonorità che dal jazz si discostano, senza però rifiutarlo, e il quarto alla realizzazione dei promo. I primi due album usciti sotto la nuova etichetta sono già in commercio. Parliamo del debutto discografico di Nino Di Leone («Quel Che Non Si Fa Più», ventotto tracce in cui il pianista ripercorre musicalmente gli anni cinquanta e sessanta, passando da autori come Kramer, Buscaglione, Luttazzi, Batacchi e Cichellero) e di «All the Way», il disco griffato Francesca Leone, vocalist barese che ha dedicato il lavoro a Jimmy Van Heusen con il suo quartetto, composto dallo stesso Guido di Leone (chitarra, batteria e arrangiamenti), da Teo Ciavarella (al pianoforte) e da Aldo Vigorito (al contrabbasso). Il terzo prodotto, invece, è uscito in questi giorni: «Sì – conclude Guido Di Leone – e si chiama «Tribute Duez», per la linea contemporary jazz. Il sottoscritto è il protagonista al fianco di quattordici musicisti, tra i quali spiccano Franco Cerri, Dado Moroni, Gerry Smulian, Ira Coleman, Marco Tamburini e Paola Arnesano. Con ognuno dei quali, ovviamente, mi esibisco in duo. La collana, però, si allungherà molto presto. I primi riscontri sono positivi. Inoltre, sta per essere pubblicato, sempre sotto l’etichetta Fo(u)r, il libro di tecnica trombettistica curato da Mino Lacirignola. Significa che non abbiamo tralasciato neppure questa opportunità».

(pubblicato dal mensile "Pigreco")

martedì 2 maggio 2006

Dischi - Legend (Raffaele Casarano & Locomotive)

Raffaele Casarano è giovane, ma sta crescendo. E, per dimostrarlo, il sassofonista salentino presenta Legend, album di nove tracce confezionato con l’apporto di un contrabbassista (Marco Bardoscia, da Copertino) e di due tarantini, il pianista Ettore Carucci (ultimamente assi prolifico e particolarmente presente sul mercato discografico di queste contrade) e il batterista Alessandro Napolitano, che negli ultimi tempi sembra aver acquisito motivazioni pesanti. Ma non è tutto: perché in sala d’incisione, per l’occasione, sono entrati anche il trombettista Paolo Fresu e i quarantasette componenti l’Orchestra del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, diretta da Massimiliano Carlini. Forse per rinsaldare quei rapporti che si sono recentemente instaurati tra la musica leggera e quella sinfonica: rapporti sui quali Pigreco si è già diffusamente fermato nei numeri di marzo e aprile. E, sicuramente, per offrire un prodotto pensato e accattivante.
Per la cronaca, «Legend» – prodotto e distribuito dalla leccese Dodicilune, etichetta specializzata in ambito jazzistico e affidata alle cure di Gabriele Rampino, che è poi l’organizzatore máximo di una delle più interessanti rassegne musicali pugliesi, Jazle – è stato battezzato a marzo in un live tenuto a Casarano e, il 30 aprile, riproposto dal vivo alla platea tarantina, all’interno della programmazione del Ramblas Musiclub. Senza Fresu e senza orchestra, ovviamente, ma con lo spirito che ha spinto Raffaele Casarano e Locomotiva (è il nome della band, che nasce per caso, in treno) a progettare un lavoro dall’impronta frizzante ed elegante, sobria. Dove esiste un forte sapore di jazz colto, ma dove non mancano gli spazi per ogni singolo musicista (bellissimi gli assoli dei fiati). Un disco, tra l’altro, ripercorso con personalità e da scoltare con attenzione. Di notte, magari. E che, peraltro, ha saputo nutrirsi della collaborazione di Giuseppe Bassi (contrabbasso), Dario Congedo (batteria) e Alessandro Monteduro (percussioni), confidando sugli arrangiamenti di Simona Borgia e Fabrizio Piccinno e anche sul nome del brasiliano Chico Buarque de Hollanda, autore dell’unico pezzo non originale ("O Que Será").

Legend (Dodicilune, 2006)
Raffaele Casarano (sassofono) & Locomotive (Ettore Carucci: piano e fender rhodes; Marco Bardoscia: contrabbasso; Alessandro Napolitano: batteria). Guest Paolo Fresu (tromba) & l'Orchestra del Conservatorio "Tito Schipa" di Lecce

(pubblicato dal mensile "Pigreco")