Richard Galliano, Sebastian Surel (violino), Philippe Aerts (contrabbasso) e Rafael Mejías (percussioni) , ovvero la line-up su cui punta l’ennesimo appuntamento del cartellone approntato dagli Amici della Musica di Terra Jonica, confezionano un live leggero e sinuoso, rotondo e – non sembri una contraddizione – anche essenziale. Malgrado emergano alcuni inconvenienti (il contrabbasso, talvolta, non segue l’accordeon) e nonostante Galliano non si sforzi per mascherare i disagi impartiti dall’acustica. «Abbiamo viaggiato tanto, negli ultimi giorni. Troppi aerei: e, per chi deve esibirsi su un palco, non è il massimo. Poi, questa di Taranto è stata una serata difficile, proprio dal punto di vista dell’acustica. Del resto, le vibrazioni sono fondamentali, come l’interazione con il pubblico. Ma, alla fine, i problemi si superano ugualmente: conta l’universalità del linguaggio, no? E poi ogni concerto è diverso dall’altro. Per fortuna». Sicuro, maestro. Come è vero che conta la progettualità. «Chiaro. La progettualità deve combinare ed amalgamare i protagonisti. Prendete il nostro caso: il contrabbassista arriva dal jazz, il violinista si poggia su solide basi classiche, il percussionista è un venezuelano naturalmente forgiato dai colori e dagli umori della musica della propria terra. Ogni artista di questa formazione, dunque, ha portato qualcosa di sé: e il risultato è una sonorità che varca il confine degli stili. E, comunque, la vità è una collezione di progetti. E io, noi, di progetti ne abbiamo ancora tanti, davanti.».
Non solo tango, dicevamo. Anzi, molto altro: al di là del tango. Ma il tango è arte ed è anche magia. Galliano, senza accompagnamento, dedica alla gente il brano che non può (e che non deve) mancare. Quello che la gente si aspetta, Libertango. E Libertango significa Piazzolla. Maestro, non possiamo deviare. Ci tocca parlarne. E sappiamo anche che è consapevole di doverne necessariamente parlare. «Io erede di Piazzolla? Queste sono cose da giornalisti. Guardi, Piazzolla è, in realtà, il punto di riferimento per chi, come me e come tanti altri, coltiva la passione per la fisarmonica. Siamo tutti eredi di Piazzolla, questa è la verità. Ovvio, per me Piazzolla è stata la guida. Ed è stato un amico, innanzi tutto. Gli devo molto. E molti gli devono qualcosa». Anche noi, intanto, dobbiamo qualcosa a Richard Galliano: per un’ora e venti minuti di musica impregnata di buone idee e di garbo. E non solo di tango, transitato lieve. Senza scalfire, però, le emozioni. Quelle hanno diritto di cittadinanza, sempre e comunque. Al di là della magia del tango: Piazzolla capirebbe.
Tangaria Quartet (Richard Galliano: accordeon e accordina; Sebastian Surel: violino; Philippe Aerts: contrabbasso; Rafael Mejías: percussioni)
Taranto, Teatro Orfeo
65ma Stagione Concertistica dell’Associazione “Amici della Musica Arcangelo Speranza”
(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)