domenica 29 aprile 2012

Note Sonanti, la collana si allarga

Nostalgie de l'Avenir. Note di Stefano Maurizi, pianista cresciuto all'ombra di Luca Flores che si è avvicinato al circuito jazzistico parigino e che, proprio nella capitale francese, lo scorso novembre, ha registrato in studio l'intero lavoro discografico, appena licenziato da Note Sonanti, l'etichetta martinese di Pasquale Mega. La cui collana, così, si allarga velocemente (è il quinto titolo, collezionato nel breve spazio di quattordici mesi). Il disco (otto tracce, sette originali e una, "Avec le Temps", firmata da Léo Ferré e arrangiata da David Venitucci) spiega il fermento che, attualmente, influenza la scena artistica di Parigi ed è idealmente dedicato alla musica di Arvo Pärt: carico di atmosfere spirituali, tra tonalità etniche e linguaggi più jazzistici coinvolge pure il già citato fisarmonicista David Venitucci, il batterista Antoine Banville e il pugliese Mauro Gargano, che lungo la Senna ha modellato il suo percorso artistico, maturando le esperienze utili a fortificarne il talento. Quello stesso Mauro Gargano che, peraltro, aveva firmato la precedente e recentissima produzione di Note Sonanti, Mo' Avast Band, una raccolta di dieci composizioni interpretate in compagnia del sempre più interessante Francesco Bearzatti (al sax tenore e al clarinetto), di Stéphane Mercier (al sax alto) e di Fabrice Moreau (batteria). Accanto ai quali spunta, in due tracce, l'apporto del pianista Bruno Angelini.
«Mo' Avast - spiega nelle note di copertina il contrabbassista barese - è una formula che ho gridato spesso, in passato, e che mi ha dato la forza di partire, fare, creare, cambiare molte cose della mia vita e anche in me stesso e nella mia musica. Una esclamazione idiomatica della mia terra che può servire quanco la realtà ci annoia, ci aggredisce o ci costringe in qualche schema. Ma Mo' Avast è, per me, un'urgenza espressiva fortemente artistica, un canto libero, è l'amore per la musica, l'antidoto alla prevedibilità. In questo disco, ho cercato de salvaguardare la freschezza e la spontaneità, anche a costo di cadere in qualche imprecisione formale». «Il lavoro di Mauro - confessa invece Pasquale Mega - mi ha attratto moltissimo, sin dalla prima volta che l'ho ascoltato. Credo che sia uno degli album più intriganti che abbia ascoltato, ultimamente. E ritengo che aderisca perfettamente alla linea editoriale dell'etichetta: la ricerca della qualità, del resto, ha ispirato sin dall'inizio questa mia nuova avventura all'interno del panorama jazzistico».
Linea, vale ricordarlo, inaugurata con Ettore Fioravanti e il suo Le Vie del Pane e del Fuoco, proseguita con l'incontro tra il trio del trombettista Marco Tamburini del Vertere String Quartet (ne abbiamo già parlato diffusamente) e incalzata da Iguazú, dove i fiati di Javier Girotto hanno incrociato la fisarmonica di Luciano Biondini (in questo caso, al cd si è aggiunto pure un dvd registrato dal vivo in Ucraina).